Comunicato Stampa "Do not touch Me"
Donna è un parola composta, contiene l'universo in sé che in essa nasce e rigenera nell'infinito. Donna è un petalo di rosa, così fragile e vulnerabile da resistere ai dolori della vita con il gesto semplice di un sorriso, la cui forza di grazia, anche nella sofferenza provocata da un impulso di rabbia, può liberare il volo di chi lo osserva fino all'azzurro più limpido. Donna è un caleidoscopio di immagini emozionanti, un castello di sogni in edificazione reso sostanza da occhi di cristallo capaci di fotografare l'esistenza cruda e convertirla in pietà, abbracci ed amore da usare in funzione di mattoni calce e cemento. Donna è solo l'altra parte del cielo, con le stesse nuvole e i lividi dell'uomo sulla pelle, ma che alla reazione della violenza preferisce l'irruenza dei colori, la vivacità tonale, le carezze silenziose sul cuore, la solidale vicinanza nel denunciare i soprusi non di un singolo individuo, bensì di società condizionate dal primato maschile e dalla concorrenza tra i sessi, con l'ipocrisia di un calamaio per scrivere rime e lodi che diventa il prodrome di un atto crudele, che spezza il respiro di un ricordo amato. Uomo e donna non sono antagonisti ed antitetici, ma complementari e simbiotici e le opere di Esmeralda raccontano sottovoce, senza urlare, con lucida fermezza e consapevolezza questa verità ritenuta scomoda, e quindi banalizzata od occultata. I suoi volti sono icone dalla sacralità laica, spirituali ed ancestrali però non ieratiche e dogmatiche alla maniera bizantina o stereotipate alla Warhol, sono testimonianze di una consistenza viva che confina con esperienze artistiche nel campo del Primitivismo, con assonanze alla prosaicita di Gauguin e al virtuosismo malinconico di Modigliani, dal quale tuttavia l'artista si emancipa senza debiti perché sigilla con la sua firma, tracciata nei lineamenti, ogni figura resa unica e riconoscibile come patrimonio collettivo da condividere con il riguardante, che è partecipe della visione fino ad esserne parte integrante. Le passioni, i viaggi, gli incontri, le delusioni, i contrasti, le gioie, le sconfitte, le difficoltà, il vissuto giornaliero sono gli strumenti di lavoro della nostra, ai quali ella aggiunge colori e materiali, spesso recuperati ed appartenenti ad altre storie, per creare le sue opere nelle quali la rappresentazione del modello è dinamica, ovvero in progressione come i fotogrammi di narrazione che illustra i particolari di un'esistenza in evoluzione, arricchita da tutti i personaggi con i quali Esmeralda entra in contatto. Ogni nuovo incontro diventa così lo stimolo per una nuova tela o scultura che condensa l'immedesimazione tra artista ed interlocutore nell'esperienza creativa che trasfigura la materia dei dialoghi in forma estetica. L'artista è un divinatore capace di svelarci mondi nascosti dentro di noi, di metterci a nudo con le nostre paure ed indicarci la strada per vincere le nostre battaglie con la ragione, con il sentimento, con l'intuito, con la conoscenza e mai con la violenza. L'arte di Esmeralda è un passaggio intermodale da attraversare, una poesia moderna da cantare agli uomini e alle donne riconciliati nella loro umanità, un'avventura con molte pagine ancora da scrivere insieme, per questo vi aspettiamo a Spoleto il 27 giugno.
Curatore Silvia Filippi